mercoledì 19 giugno 2013

Vincenzo De Cristo

[Da Wikipedia, L'Enciclopedia Libera]

Vincenzo De Cristo (31 dicembre 1860 – 5 giugno 1928) è stato un insegnante, storico, archeologo,folclorista, politico, poeta e letterato italiano.

Biografia

Vincenzo De Cristo, erudito di ogni disciplina, rappresenta il capostipite di una delle più note famiglie del luogo. Ricordiamo i personaggi: Domenico De Cristo, figlio (1887 - 1954), Francesco De Cristo (1896 - 1951) e Giuseppe De Cristo (1893 - 1966). Come afferma A. Zito de Leonardis: «Con ardente sacrificio, concepì e costruì la storia di Cittanova, raccogliendo in essa tutte le memorie patrie, esaltandone nell’eternità della gloria le più belle figure del nostro Risorgimento».
E l’illustre poeta e latinista taurianovese Francesco Sofia Alessio scrive del conterraneo: «Era nato Maestro e scrittore, e fu di un’attività veramente fenomenale». De Cristo è il vero creatore degli studi storici calabresi, nonché fondatore e direttore dell’Osservatorio meteorologico di Cittanova, fondatore del Bollettino della Società Calabrese di Storia Patria, fondatore della Galleria Biografica delle Calabrie.
Sotto la guida del padre, Notar Domenico (patriota e umanista), compie gli studi classici prima di perfezionarli da se stesso in modo «perseverante, nell’austerità del suo ritiro, dove coltivò i tre sublimi ideali, per lui divenuti veri numi tutelari: religione, famiglia, scuola e patria». (Silvio Mollo)

Opere principali

  1. Prime memorie storiche di Cittanova.
  2. Cittanova nei fasti del Risorgimento italiano.
  3. La caduta di Gioacchino Murat e l'insurrezione della Calabria nel 1815.
  4. Cittanova nei fasti del Risorgimento italiano dal 1799 al 1870.
  5. Biografie di Luigi Chitti, di Placido Geraci, di Romeo, di Cardone.
  6. L'importanza della Piana di Calabria nell'archeologia.
  7. Tradizioni popolari ed origini del Comune di Molochio e di Feroleto della Chiesa.
  8. La scuola di S. Francesco d'Assisi e la Calabria.
  9. I terremoti di Calabria del 1783, del 1894 e la scienza.

Antologia

Nel Canto del Pino di Cosma, De Cristo ricorda con tristezza la sorte della sua città:
e dal tuo seggio sei muto spettator delle sventure
che da tanti anni sulla tua cittade
incombon senza tregua, ella che un giorno
maestra e donna fu d’ogni sapere...
Per comprendere il suo forte legame alle tradizioni locali, riportiamo un aneddoto. Un giorno De Cristo, spettatore di un sorteggio fra alcune fanciulle, ode le parole:
Pumu pumu sdilli
e chi deti la deturilli,
e chi deti la mia rigina,
pu-za, feti, re-stan-ti-na.
Alla mente dello studioso, allora, balena che quelle parole incomprensibili dovevano essere la corruzione di qualche carme latino: «Pumus, pumus illa / et cui detur? detur illi; / et cui detur? mea? (m) regina (m) / posset esse, me (m) regina (m) / posset esse...».
La formula dialettale dovette aver origine quando il latino ancora lottava con il volgare idioma.

Bibliografia essenziale

  1. Arturo Zito de Leonardis, "Cittanova di Curtuladi" - MIT (CS), 1986
  2. Vincenzo De Cristo, "Cittanova memorie e glorie" - MIT, 1974

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